Quando si pensa ai giochi che ogni adulto ha fatto da bambino si finisce inevitabilmente per vedere comparire un sorriso sulle labbra. Il gioco stimola nel bambino relazioni e legami affettivi che lo renderanno più abile in diverse dinamiche quando entrerà nel mondo degli adulti. Negli ultimi decenni però il settore ha visto affermarsi sempre più una tipologia diversa, stiamo parlando di giochi virtuali e spesso individuali che hanno conquistato i bambini a partire dagli ultimi decenni del Novecento.
Molti genitori e nonni quando vedono un tablet o un joystick tra le mani di un bambino tendono ad esprimere il loro disappunto perché riconoscono nei videogiochi un’attrattiva che può portare all’isolamento. Come sempre la giusta misura è il giusto antidoto ad ogni male, ma non tutti sanno che la ricerca scientifica ha individuato nei soggetti che abitualmente videogiocano abilità che non sono affatto sviluppate in chi non usa i videogiochi.
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Nello specifico, uno studio sui videogiochi pubblicato da ilsentiero.net ha evidenziato gli effetti positivi che hanno su diversi processi celebrali come l’attenzione, la percezione, la capacità di prendere decisioni velocemente, il problem solving e la memoria. La ricerca si è concentrata principalmente sui videogiochi d’azione nei quali bisogna mantenere una soglia molto alta di concentrazione per tener presenti tutti gli elementi funzionali al gioco.
Tra i principali benefici prodotti dai videogiochi ci sono quelli relativi al miglioramento dei sensi. Ad esempio, la vista trae un grande beneficio sia per l’aumento della percezione del contrasto, sia per la “ginnastica” che gli occhi fanno nel dover guardare attentamente tutto lo schermo per cercare di individuare possibili avversari o elementi negativi per il gioco. L’analisi di soggetti affetti da “occhio pigro” ha consentito di constatare i miglioramenti nella coordinazione degli occhi al fine di vedere in profondità. È stato possibile inoltre riscontrare una migliore attenzione allo spazio e più specificatamente all’abilità nel seguire un oggetto specifico in un campo pieno di elementi di disturbo.
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Notevoli miglioramenti sono stati riscontrati anche nel disturbo della dislessia collegata al problema dell’attenzione visiva con lo sviluppo di una migliore attività di lettura nei bambini che adoperano videogiochi abitualmente. Ma anche la riduzione dell’impulsività come l’elasticità mentale è rientrata tra i numerosi benefici che il cervello può trarre dall’utilizzo di videogiochi. È corretto quindi parlare di una sorta di palestra per le abilità fisiche, ma anche psichiche in quanto l’uso di videogiochi stimola il corpo a produrre dopamina, sostanza alla base della motivazione perché legata ad un senso di euforia dovuta alla conquista degli obiettivi. Infine, anche l’accumulo di risorse in termini di vite, bonus e denaro al quale i videogiochi predispongono, sono uno degli esercizi positivi a cui un giocatore è esposto.
Pare quindi che i benefici apportati dall’allenamento che un giocatore sviluppa siano qualità determinanti nel mondo del lavoro che richiede, oltre alla competenza nel settore di pertinenza, capacità di Problem solving, di adattabilità alle situazioni che cambiano, di livelli alti di concentrazione, di buona gestione delle risorse e di obiettivi sempre più complicati.