Videogames, una delle cause di omicidi?

Oggi, a differenza dei giorni scorsi, non scriverò un articolo del tutto inerente al mondo della tecnologia, farò invece una riflessione personale sul triste legame che si è creato tra i videogiochi a carattere violento e alcuni omicidi avvenuti in diversi Paesi del mondo. Questa riflessione non avrà scopi accusatori ne tanto meno di giudizio.

Questa mia riflessione è nata dopo la notizia dell’ennesimo omicidio, quello di Ferrara, secondo i giornali causato anche dalle troppe ore passate a giocare ai videogame violenti.

Uno dei primi casi di morte causato dai videogame risale al lontano 1982, dove il giovane Peter Bukowski morì d’infarto durante uno dei tanti e ripetuti tentativi di riuscire a stabilire un nuovo record nello sparatutto Berzerk; solo qualche mese più tardi, tramite la rivista Video Games Magazine, venne reso noto che tale ragazzo aveva vissuto alcuni traumi psicologici che lo avevano purtroppo portato al decesso.

Passando poi al delitto di Udine avvenuto nel 2013 dove due ragazzine quindicenni uccisero il pensionato Mirco Sacher; ” Sembrava di essere in Gta, ci siamo sentite come l’eroe del gioco” dissero le due quindicenni ai ragazzi che le convinsero poi a confessare il tutto alle autorità.

Per non parlare del caso avvenuto a New York nel 2015 dove un bambino di 3 mesi morì per disidratazione e malnutrizione poichè il padre era troppo impegnato a giocare alla Playstation. Venne poi reso noto che tale genitore teneva sempre le cuffiette per non sentire i pianti del neonato in modo tale da poter giocare tranquillamente con i videogames.

Altro caso dove venne citato nuovamente il videogioco Grand Theft Auto fu l’ omicidio avvenuto in Louisiana (Stati Uniti), dove un bambino di 8 anni uccise, con un colpo di pistola, la nonna che di anni ne aveva 87; secondo gli investigatori l’omicidio fu causato proprio dal videogame poiché, proprio da lì che il bambino prese spunto per commettere tale gesto crudele.

Questi sono solo alcuni dei tanti casi in cui i videogames sembrano essere la principale causa di omicidi e suicidi. Troppo facile, a mio avviso, dare la colpa ad un videogame; i media hanno sempre avuto fretta di trarre le loro conclusioni, spesso citando come principale causa quella che forse viene più logica pensare, ovvero abbinare gli omicidi ai videogame violenti e senza regole morali.

Avete mai provato a documentarvi basandovi sugli studi scientifici tenuti in questi anni?

Alcune ricerche hanno realmente dimostrato come vi sia un legame tra videogioco violento  e aumento dell’aggressività in colui che sta giocando, ma attualmente nessuna ricerca ha dimostrato che vi sia un legame anche con l’esercitare fisicamente atti di violenza estrema.

Secondo una ricerca intitolata Violent Video Games and Real-World Violence: Rhetoric Versus Data (potrete visualizzare il PDF cliccandone il titolo) vengono dimostrati dati molto interessanti. Tale ricerca, si è basata su quattro analisi comparative ovvero: 

  1. Cambiamenti nelle vendite di videogiochi violenti e nel numero di crimini violenti dal 1978 al 2011;
  2. Cambiamenti mensili nelle vendite di videogiochi violenti e crimini violenti dal 2007 al 2011;
  3. Volume di ricerche online per guide e soluzioni per i giochi violenti e il numero di crimini violenti dal 2004 al 2011;
  4. I crimini violenti in seguito alla pubblicazione di tre videogiochi violenti molto popolari: Grand Theft Auto: San Andreas, Grand Theft Auto IV e Call of Duty: Black Ops.

La correlazione tra videogame violenti e crimini violenti non è quella che tutti vi state aspettando; infatti l’utilizzo dei videogiochi violenti non porta all’aumento di crimini violenti bensì alla diminuzione nei mesi successivi alla pubblicazione. Una delle teorie a sostegno è che tali videogames funzionino come strumento di catarsi ovvero, i giocatori sfogandosi durante una sessione di gioco evitano di esternare comportamenti aggressivi nella vita reale. Un altra teoria sostenuta dai ricercatori riguarda il target che vi è attorno ai videogiochi violenti, infatti sono soprattutto i giovani maschi ad utilizzarli, e sono proprio loro i principali autori di omicidi o stragi. Secondo i ricercatori quindi, nei mesi successivi alla pubblicazione del videogame violento, i giovani ragazzi sono per la maggior parte del tempo in casa o da amici davanti a tale gioco invece di essere per strada a commettere crimini.

Detto ciò, credo sia doveroso citare anche il pensiero di Paolo Crepet, sociologo, psichiatra e scrittore, il quale qualche giorno fa tenne un attenta riflessione in merito ai parricidi (omicidio di un parente).  I motivi che scatenano nel figlio la volontà di uccidere sono complessi e tale volontà non nasce oggi per essere messa in atto il giorno dopo.

L’educazione di un figlio è il compito più importante di un genitore, è infatti grazie all’educazione che il figlio porta rispetto a se stesso e a tutte le persone che lo circondano ma, soprattutto, porta rispetto ai propri genitori. Sta infatti al genitore capire se c’è qualcosa che non va e approfondire con una sana discussione genitori-figlio. Il problema, nella nostra società è che spesso gli adulti non hanno il tempo, la capacità o la voglia di farlo perché impegnati nel lavoro o in qualcosa di ” più importante”.

Ciò che penso di tutto questo è che i videogame sono solo un appiglio per i media nel dare una causa ad un gesto così estremo. Dietro ad un parricidio, dal mio punto di vista, si nasconde un ragazzo/a omicida con una vita ben più complessa rispetto a ciò che viene raccontato, spesso piena di delusioni, troppa libertà, poche regole e poco rispetto per chi li ha cresciuti ma anche per se stessi.

La società in cui viviamo è difficile, ed è per questo che noi figli abbiamo bisogno dei nostri genitori per affrontarla, anche se spesso siamo proprio noi figli a rifiutare tali aiuti, ma forse è un modo che abbiamo per sentirci grandi e dimostrarlo agli altri, quando invece, in fondo, ciò che vogliamo è crescere ed essere felici, con genitori capaci di ascoltare e dare consigli.

Voi cari lettori cosa ne pensate di tutto ciò? Sarebbe interessante se ognuno di voi commentasse questo articolo dando la propria opinione in modo tale da avere interessanti confronti!

La passione per la tecnologia è nata dal telefono di mio padre. Un susseguirsi di interesse e curiosità mi ha avvicinato sempre di più a questo fantastico ed immenso mondo. Abbinata a questa passione vi è anche la fotografia; da quella classica con la mia reflex a quella aerea. Catturare istanti di vita ha un che di speciale e unico!