Il 21 maggio scorso è stato ufficialmente lanciato sul mercato Oculus Quest, il nuovo visore per la realtà virtuale di Oculus VR, l’azienda di Irvine in California, acquistata nel 2014 da Facebook per 2.4 miliardi di dollari. Non è un caso che il colosso dei Social Network abbia deciso di puntare fortemente su questa nuova tecnologia dalle potenzialità infinite, per il momento solo parzialmente sfruttate.
Ovviamente questo nuovo visore si presta al gaming più “spinto” e gli amanti dei videogames avranno pane per i loro denti con giochi del calibro di Sports Scramble, SuperHot VR e Beat Saber, tuttavia Oculus Quest ha davvero molto altro da offrire.
Sono infatti moltissime le applicazioni scaricabili che fino a qualche anno fa si potevano vedere solo nei film di fantascienza. Con Virtual Desktop ad esempio si potrà far girare il proprio pc in VR e gestire tutto nello spazio virtuale più o meno come faceva Tom Cruise in Minority Report. A proposito di fantascienza, i patiti di astronautica e “missioni marziane” potranno simulare le spedizioni spaziali scaricando l’app Apollo 11. Sulla realtà virtuale hanno puntato anche gli operatori di gioco online, come è il caso di PokerStars VR, che permette ai giocatoti di essere proiettati direttamente sul tavolo verde, faccia a faccia con gli altri sfidanti. Chi invece preferisce rilassarsi potrà passeggiare nell’iperrealistica simulazione di trekking all’aria aperta Nature Treks VR, tra percorsi in montagna, scampagnate nella Savana ed incontri con animali esotici e quant’altro. Sulla falsariga della precedente app c’è Ocean Rift che invece regalerà “Safari acquatici” a quanti vorranno immergersi in mare per sperimentare la vita nelle profondità oceaniche. Altre applicazioni come Bigscreen Beta consentiranno invece di vedere serie e pellicole cinematografiche, in sale virtuali, dove sarà possibile condividere le proprie “proiezioni” insieme ad amici (naturalmente dotati di visore) e conoscenti magari domiciliati dall’altro capo del mondo. I novelli Picasso, dovranno invece scaricare Tilt Brush, che consentirà letteralmente di dipingere lo spazio virtuale, arricchendolo delle creazioni del loro ingegno. Con Rec Room si avrà invece la possibilità d’interagire con gli amici in una chat virtuale.
L’uscita di Oculus Quest dovrebbe dare una spinta decisiva alla diffusione di questa nuova tecnologia grazie ad alcune importanti innovazioni tecniche che l’hanno resa senz’altro più versatile e alla portata di “quasi” tutti. Per portarsi a casa questo gioiellino servono 449 euro per la versione da 64GB e 549 euro per quella da 128GB, non certo una sciocchezza ma le ottime prestazioni del visore giustificano la spesa per aggiudicarsi uno dei prodotti al top del mercato.
Innanzitutto questo visore è autonomo, o meglio non ha bisogno di essere allacciato ad un computer ultrapotente per garantire perfomance soddisfacenti. Proprio il fatto di doversi dotare di un pc dalle prestazioni ultracompetitive aveva frenato in passato le vendite dei tanti visori VR lanciati nel corso degli ultimi anni. Con Oculus Quest non sarà infatti necessario connettersi a nessun supporto esterno grazie all’all-in-one headset. Sostanzialmente basta infilarsi il caschetto in testa, accendere il dispositivo, avviare il setup anche tramite cellulare, scaricare l’app Oculus e si è già pronti a viaggiare nella realtà virtuale. Naturalmente questa sua autonomia risulta leggermente penalizzante nel caso in cui si vogliano affrontare sessioni di giochi ad alto “consumo” di GPU, uno scotto tutto sommato non troppo oneroso da pagare considerando la totale libertà di movimento, dovuta soprattutto alla leggerezza dell’hardware (571gr) e all’assenza di noiosi fili accessori. Quattro telecamere sono innestate all’interno dell’apparecchio, e tracciando i movimenti dell’operatore nello spazio ciò eviterà di dover posizionare sensori all’esterno. Come gli altri parenti stretti della linea, anche il nuovo prodotto di Oculus VR è caratterizzato da una forma ergonomica, decisamente comoda, che consentirà anche a chi porta gli occhiali di “vestire” il visore senza problemi. Anche la batteria ha una discreta autonomia che oscilla dalle 2 alle 3 ore a seconda dell’applicazione che si farà girare. I supporti manuali risultano ergonomici e intuitivi mentre gli speakers integrati al visore sono davvero fantastici, con una qualità audio superlativa che consente di isolarsi totalmente da quello che accade fuori dallo spazio del visore.