Home News Non siamo padroni delle nostre vite digitali | Non va bene

Non siamo padroni delle nostre vite digitali | Non va bene

E’ ormai chiaro che i files digitali stanno sostituendo definitivamente i CD, i DVD e tutti gli acquisti video-ludici avvengono ormai online. Di molti di questi files, non siamo padroni.

Molti di noi si stanno accorgendo, di non essere davvero i proprietari degli acquisti fatti. A partire da film acquistati che spariscono dalle librerie, per finire con videogiochi stessi. A quanto pare, siamo intrappolati in una sorta di “locazione digitale” se così possiamo definirla.

Cosa intendiamo per “locazione digitale”

Il caso più recente gira intorno ad Amazon, ed al suo presunto diritto di revoca sul contenuto già acquistato dagli utenti. Un cliente che ha notato questo particolare ha aperto un caso legale, dichiarando che la voce “BUY” su Amazon Prime Video è pubblicità falsa.

A differenza di molti altri servizi streaming, Prime Video non solo da accesso ai contenuti con l’iscrizione mensile, ma permette anche di affittare o comprare film. Si penserebbe ovviamente che quando si “compra” un film, questo sarà tuo per sempre. A quanto pare non è proprio così, infatti nelle condizioni d’uso di Amazon viene specificato attraverso una serie di cavilli e specifiche che ci sono molte restrizioni e clausole in merito. In pratica, il nostro accesso ai contenuti acquistati legalmente può essere revocato in qualsiasi momento.

A questo punto è facile estendere questo problema a tutti i servizi che offrono acquisto di files digitali, e moltissime piattaforme di giochi come Steam o Epic Games hanno le stesse “fattezze” contrattuali.

Cosa possiamo fare per fermare questo fenomeno?

Al momento ci sono poche leggi che regolamentano la proprietà dei files digitali, ma ci sono già stati dei precedenti per i quali grandi compagnie, come Valve dovrebbe dare la possibilità agli utenti Steam di rivendere i propri acquisti. Il caso è ancora il corso, e quindi vedremo come andrà a finire.

Purtroppo è il caso di iniziare a leggere quei noiosi e lunghissimi Termini d’uso, perché per chi non investe molti soldi in queste piattaforme si parla magari di cifre trascurabili. Chi invece si crea delle vere e proprie librerie e cataloghi di Videogiochi o Film su una determinata piattaforma, andrà ad incorrere nel rischio di aver buttato tanti soldi su qualcosa che nemmeno possiede o addirittura che non è più disponibile.

Se non iniziamo ad essere più informati su queste problematiche, non ci renderemo nemmeno conto della portata di questo problema. In questo articolo ho nominato solamente alcuni dei servizi e delle piattaforme più diffuse, ma il problema si estende a quasi tutti i servizi online di questo genere.

Ad esempio con i servizi con gaming in cloud come Google Stadia le cose si fanno ancora più sfocate. Questo perché non sarà fatto nessun download sul vostro pc, ma sarà uno streaming. Quindi anche un’interruzione qualsiasi del servizio, bloccherebbe l’accesso al servizio, e con i precedenti di Google è difficile non stare in ansia.

Se vogliamo cambiare, dobbiamo essere più informati ed attivi in merito. Voi cosa ne pensate?

 

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