Little Nightmares | Recensione | PS4

Intro

Vi ricordate quando avevate sei anni? Vi portavano a casa di vostra zia o di vostra nonna la domenica, e c’era quella stanza sempre chiusa. Nessuno entrava mai lì, ancora oggi non avete idea di cosa ci fosse. Ma ricordate benissimo quanto vi inquietava quella stanza, quanto avevate paura all’idea di passare quella porta. Ecco, Little Nightmares è quella stanza. Tarsier Studios ha, fin dalla sua fondazione, sempre lavorato al genere platform. Infatti dopo aver prodotto i DLC di Little Big Planet 1 e 2 e poi prendendone in mano le redini del progetto con il terzo capitolo ha poi lavorato alla rimasterizzazione di Tearaway per Playstation 4. Questo è il loro primo vero progetto, una nuova IP ed un titolo per la prima volta multipiattaforma (Playstation 4, Xbox One e PC). Il team svedese ha dato alla luce questo gioco, non perfetto ma con tanta ispirazione e pregi grazie al supporto di Bandai Namco che è il distributore.

Piccoli brividi

Questo viaggio parla di Six (Sei in italiano), una bambina di sei anni accompagnata dal suo impermeabile giallo e da tutte le preoccupazioni riguardo il mondo che la terrorizza e la opprime, facendole vivere un incubo. La protagonista si muove in un ambiente quasi tridimensionale (un 2.5 per la precisione), chiamato Le Fauci, infilandosi sotto a dei tavoli e sedie per scampare ai terribili “mostri”. Un velo nebbioso avvolge tutti gli ambienti del gioco che sono scuri e poco illuminati, ed al tempo stesso sono molto emblematici, infatti sono metafore delle paure che si annidano nell’animo dei bambini e che ognuno di noi ha affrontato almeno una volta nella vita. Six per aiutarsi ha in dotazione un accendino e si trova a dover fuggire dai suoi aguzzini senza potersi difendere in alcun modo.

Giocabilità quasi da sogno

Al contrario dell’ambientazione la giocabilità è quasi da sogno, limitata ma semplice ed intuitiva. I comandi sono pochi e prestabiliti, infatti la piccola protagonista può saltare, tirare gli oggetti a se, spingerli e lanciarli. Altra azione consentita è chinarsi e arrampicarsi in vari posti. Tutto il percorso è una serie di enigmi ambientali e di fughe precipitose dai “mostri” che danno continuamente la caccia a Six. Gli enigmi sono ben costruiti, mai troppo difficili ma comunque ben elaborati. Anche il level design non sfigura, nascondendo in tanti punti piccole deviazioni e antri nascosti tutti da scovare a caccia dei collezionabili. Il gioco si avvale della tecnica del backtracking. Infatti alcuni scenari vengono ripetuti più di una volta ma mai in maniera fastidiosa, sempre seguendo una logica intelligente. Purtroppo la longevità è la grande pecca di questo gioco, infatti tutta la storia si sviluppa in poco più di 3 ore di gioco. Tarsier Studios ha detto che il gioco non è finito qui, ma avrà degli sviluppi futuri; non sappiamo se sotto forma di DLC o tramite un sequel

Commento finale:

Per gli appassionati di platform-indie questo Little Nightmares è sicuramente un videogame validissimo da giocare tutto d’un fiato, che potrebbe essere in grado di far appassionare tutti. Da giocare assolutamente, in primis per le ambientazioni da brivido in tutti i sensi e in secondo luogo perché gli enigmi misto ad ansia e combo vi terranno incollati al controller.

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