Intro
Mighty No.9 è stato molto probabilmente il progetto videoludico in crowfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento o finanziamento collettivo in italiano, è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni) più atteso dello scorso anno videoludico 2016. Vuoi perché a capo del progetto c’è stato il creatore di Mega Man, Keiji Inafune, vuoi per lo sviluppo al quanto complicato che il videogames ha avuto dopo la partenza a razzo su Kickstarter (è un sito web di finanziamento collettivo per progetti creativi). In poche parole, Mighty No.9 era riuscito infatti a raccogliere più di tre milioni di dollari a fronte di un obiettivo di novecentomila. Eppure a causa di problematiche ancora da chiarire, il gioco ha avuto molte difficoltà durante lo sviluppo. Questo ha portato a scelte differenti rispetto a quanto promesso durante la campagna Kickstarter. Fattore che ha comprensibilmente fatto infuriare parecchi sostenitori del progetto. Ora che il videogioco è finalmente uscito (da un anno oramai), vediamo se questi timori dei fan sono fondati.
Maledetti virus
Partiamo subito col dire che il titolo in questione rietra nel genere Platform “vecchia maniera” o meglio un platform d’azione in cui il giocatore impersona Beck, l’androide numero 9, l’unico immune ad un virus che ha infettato tutti i robot del pianeta. La storia, simpatica ma al quanto debole, è raccontata attraverso brevi scene d’intermezzo quasi del tutto sterili, che danno proprio l’idea di un progetto che è stato creato con un budget veramente limitato. L’obiettivo finale è quello di superare gli otto livelli che compongono l’avventura principale (esclusi i vari tutorial e le fasi finali), nei quali si alternano sequenze platform a sane sparatorie, al fine di battere il boss di turno, la cui sconfitta regala al protagonista una nuova abilità sotto forma di una scintillante armatura, intercambiabile con le altre tramite la semplice pressione di un tasto. La progressione videoludica è molto lineare. L’utente può sì scegliere liberamente quale stage affrontare ma, in realtà, il gioco stesso spinge a completare prima uno piuttosto che l’altro per il suddetto discorso dei potenziamenti ottenuti dai vari boss di fine livello. Ad esempio, acquisire il potere del fuoco prima di combattere contro il robot di ghiaccio Cryo, vi darà veramente un grosso aiuto.
Un platform con uno scatto in più
Mighty No.9 è un platform bidimensionale con elementi 3D che vuole essere un tributo alla vecchia serie Mega Man ed infatti il gameplay risulta praticamente identico all’originale capitolo uscito per NES. Una delle differenze rispetto all’originale Mega Man è rappresentata dallo scatto, una mossa che permette a Beck di arrivare a piattaforme altrimenti irraggiungibili. Questa funzione molto utile al nostro piccolo protanista, consente anche di finire i nemici indeboliti per guadagnare punti extra, accumulare scorte di energia e inoltre il suo utilizzo è indispensabile durante gli scontri con i boss di fine stage. A differenza di quanto avveniva in MegaMan colpire il boss con l’arma in dotazione non è sufficiente per sconfiggerlo ma è indispensabile indebolirlo con lo scatto altrimenti recupererà l’energia sottratta in precedenza rendendo vano lo sforzo compiuto. L’Instant Kill è una funzione che da anni non vedevo inserita in un videogame e l’effetto che provoca è quello di far provare tanta frustrazione nel ripetere un numero imprecisato di volte il livello prima di riuscire a superarlo. La difficoltà rimane comunque impegnativa ma non raggiunge, almeno nei livelli della modalità normale, quella che contraddistingueva i titoli della serie Mega Man. Vi ricordo che se la modalità Normal vi sembrerà troppo semplice, una volta finito il gioco, potrete scegliere tra altre tre difficoltà tra cui Hard, Hyper e la mitica Maniac in cui un solo colpo ricevuto farà apparire la scritta Game Over. La giocabilità è comunque, a mio avviso, il punto di forza del titolo assieme alle tante modalità extra presenti, la modalità Co-op per due giocatori e le classifiche online che permettono di sfidare player provenienti da tutto il mondo, rendono più longevo sicuramente questo platform d’altri tempi.
Commento finale
Mighty No. 9 è un titolo piuttosto disorganico nel quale le buone idee non vengono giustamente valorizzate a causa di evidenti problemi di natura strutturale. Se poi pensiamo all’attesa lunga più di tre anni che ha portato a far crescere l’hype verso questo titolo alle stelle, le scelte grafiche, un level design piuttosto sterile e una trama quasi inesistente di certo non contribuiscono ad aver tra le mani quel capolavoro di gioco che tutti aspettavano con ansia. Però c’è da dire che a favore di questo Mighty No. 9 si può notare una difficoltà sopra la media che terrà impegnati anche i videogiocatori più esperti, tante modalità extra ma soprattutto una giocabilità frenetica e veloce. Resta comunque un buon gioco che tutti gli appassionati con qualche capello grigio che si sono divertiti con i capitoli sul NES del mitico MegaMan non possono lasciarsi sfuggire anche grazie al prezzo budget con cui viene proposto.