Carissimi lettori di Spazio iTech oggi diamo il via alla nostra rubrica settimanale dedicata al cinema e alle serie TV. Una rubrica che potremo definire una sorta di “consiglione per il pre-appuntamento al cinema” e che ogni sabato alle 19.00 troverete sulle pagine di Spazio iTech. Prima di iniziare la nostra analisi vi invito a commentare questo articolo con il titolo dell’ultimo film che avete visto ed il genere che preferite. Il primo film che finisce sotto la nostra lente d’ingrandimento è…? INSIDIOUS: THE LAST KEY, l’horror low-budget diretto da Adam Robitel.
[su_box title=”INSIDIOUS: THE LAST KEY BOX” style=”glass” box_color=”#1a2231″]Anno – 2018
Genere – Horror
Regia – Adam Robitel
Data di pubblicazione – 18 Gennaio 2018
Protagonisti – Leigh Whannell, Lin Shaye, Angus Sampson, Kirk Acevedo, Caitlin Gerard, Spencer Locke [/su_box]
Insidious: The Last Key è il quarto episodio – scritto da Leigh Whannell e prodotto da Jason Blum, Oren Peli e dal cocreatore James Wan – della omonima trilogia “Insidious”. In Italia il film è distribuito da Warner Bros ed è nelle sale cinematografiche dal 18 Gennaio 2018. Un capitolo che si si addentra nella vita del personaggio più interessante della serie e che ha già bissato gli incassi di “Insidious 3: L’Inizio” in meno di 10 giorni dalla data di pubblicazione al cinema.
INSIDIOUS: THE LAST KEY – TRAMA
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La storia ha inizio negli anni ’50 (1953) in Nuovo Messico. La piccola protagonista Elise Rainier vive in una casa infettata con la mamma Audrey, il papà Gerald ed il fratello Christian. La casa – teatro dell’intera azione – si trova nei pressi del penitenziario dove lavora il padre.
Il tutto ha inizio dopo l’esecuzione di un detenuto e la piccola protagonista Elise è in grado di rivelare tutti i dati personali del prigioniero. Un dono che si trova nella sua testa e che non viene compreso dal padre. La madre tuttavia è molto comprensiva e cerca di spiegarle che alcune persone non capiscono quel dono perchè ne hanno paura.
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Nella stessa notte la piccola Elise e il fratellino avvertono la presenza di un’entità spettrale e a seguito delle loro grida l’infuriato padre bastona e rinchiude la piccola protagonista in una cantina buia, dove succede qualcosa di veramente tragico e spaventoso. Il prosieguo della trama vi consiglio di vederla direttamente al cinema per non togliere il gusto del susseguirsi degli avvenimenti e la voglia di cercare di capire il legame dei vari avvenimenti.
“Questa casa era la casa della mia famiglia…”
PIÙ HORROR OD INTROSPEZIONE PSICOLOGICA?
Non vi nego che domenica scorsa mi sono recata al cinema con molti dubbi su questo quarto capitolo della serie: infatti la mia indecisione – se vederlo oppure no – si è protratta fino agli ultimi minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Io non amo molto gli horror nel senso più puro del genere, ma quest’ultimo mi ha tenuta sempre in allerta per capire il filone che collegava la comicità dei due assistenti di Elise, la malvagità di alcuni protagonisti che mettevano in pratica sempre la solita azione tragica, lo spavento delle presenze spettrali, il perchè del focus sulle chiavi. Un film che rende continuamente partecipe lo spettatore grazie alla profondità dei drammi narrati e lo spessore psicologico dei personaggi a differenza di molti altri horror. Un’ atmosfera spettrale calibrata con maestria per calare la tensione data dalle sequenze drammatiche precedenti, dai suoni e dalle visioni.
Non è solo oro quel che brilla. Molti dettagli nella ricostruzione dell’Oltremondo non mi sono piaciuti perchè la ricostruzione è mal riuscita e molto teatrale, ma questo può starci se teniamo conto che è stato prodotto con un budget molto limitato. Detto questo il mio consiglio è quello di correre al cinema anche se tale genere non vi piace. Vi aspetto sabato prossimo con un nuovo film!