Giusto ieri pensavo all’applicazione di Google denominata Opinion Rewards. Dal momento della sua pubblicazione sullo store del robottino ha superarato quota 10 milioni di installazioni ed oltre 750 mila commenti. Ma cosa c’è realmente dietro a quella che Google stessa definisce come un modo, attraverso la risposta a brevi sondaggi, per guadagnare credito Google Play? Proviamo a scoprirlo insieme nella nuova puntata della nostra rubrica quotidiana.
Già in una scorsa puntata delle nostre chiacchierate e pensieri tech abbiamo affrontato il tema della privacy in questa nuova era digitale. Penso che l’analisi del fenomeno Opinion Rewards non possa non partire da un richiamo al tema. Può infatti essere vero che le persone abbiano completamente barattato i propri valori e pensieri per pochi spiccioli? Facendo riferimento alla pagina del download dell’applicazione vengono citati alcuni esempi di domande che si possono ricevere ed anche la frequenza con le quale potremmo riceverle, con tanto di importo in bella mostra pronto ad incentivare le persone. Nello specifico si parla di domande relative a promozioni-loghi nelle quali si dovrà indicare la propria preferenza, oppure si fa riferimento alla possibilità di essere chiamati ad esprimere il proprio pensiero in relazione a temi di attualità. Per quanto riguarda la frequenza viene indicata una cadenza settimanale con un numero variabile di sondaggi che si potranno ricevere.
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Personalmente ritengo tutto il fenomeno molto preoccupante. Davvero possiamo lamentarci di non essere protetti e tutelati online se poi cadiamo nelle trappole che vengono inserite nel percorso? Si fa un gran parlare infatti della nostra identità digitale e di quanto sia importante proteggerla dalle insidie ma alla prima occasione utile cadiamo vittime della non curanza ammaliati dalle possibilità di guadagno. E che guadagni per di piu’. Le persone hanno deciso spontaneamente di vendersi, di cedere le proprie idee e la propria intimità per pochi centesimi. Ma se lo fa facebook alle nostre spalle si alza un polverone, se viene fatto direttamente dalle persone (da giudicare quanto siano consapevoli o meno del fatto) invece nessuno dice nulla.
Voglio però credere che in una realtà perfetta in cui il web viene governato con spirito libero e di innovazione, popolato da persone consapevoli e mature, questo fenomeno verrebbe preso solo come un fattore positivo. Perché volendo si potrebbe pensare alla possibilità, con il proprio parere e le proprie idee, di condizionare le scelte su temi importanti per la collettività oppure di condividere il proprio pensiero su di un brand direttamente con gli interessati senza necessità di intermediari e tempi di attesa eterni. Ma purtroppo basta aprire qualcuno di quei 750 mila commenti. E risvegliarsi è sempre troppo rapido e brusco…