Secondo appuntamento settimanale con la nostra rubrica giornaliera buonasera tech. Se ieri ci siamo interessati ad un particolare progetto che potrebbe rappresentare un’importante alternativa nel settore tech, oggi il nostro ragionamento non prevede un focus hardware dedicato. Bensì, come capirete bene dal titolo, torniamo oggi a parlare sulle nostre pagine di un concetto delicato e particolarmente di attualità: la dipendenza da tecnologia. Più nello specifico, a seguito di alcune iniziative intraprese addirittura dal Governo in merito alla questione, per scoprire alcune nuoveleggi e regolamenti che potrebbero cambiare il nostro rapporto con i nostri dispositivi tech. Curiosi di scoprire di più a riguardo? Benvenuti alla lettura nel nostro 90° episodio insieme!
DIPENDENZA DA ARGINARE
Il tema come detto poco sopra è particolarmente delicato. Il rischio di parlare dicendo banalità ed ovvietà è dietro l’angolo. Pertanto proverò, come sempre in questa rubrica, ad approcciare il tema con la nostra ormai consueta dose di soggettività. Di sicuro infatti è da constatare come sembra indissolubile il legame tempo libero – smartphone, impostosi come nuova regola base per le nuove, e non solo, generazioni. Come se le persone non fossero più in grado di trovare un alternativa all’utilizzo del cellulare come tappabuchi per le situazioni di noia o attesa. E purtroppo in alcuni casi non solo gli smartphone diventano strumenti a tampone di situazioni di tempo libero, ma arrivano a rovinare le nostre forze ed il nostro tempo lavorativo o con i conoscenti. Da qui la dipendenza. Da qui la necessità da parte delle istituzioni di provare a porre un rimedio.
PORRE UN RIMEDIO, IN MANIERA URGENTE
Ma quale rimedio? E soprattutto con quali tempi e mezzi? Il fatto che la discussione stia interessando le forze politiche è sicuramente un primo punto dal quale partire, ma ovviamente non rappresenta da solo la risoluzione. Si parla di limitazioni in ambienti pubblici come scuole e non solo, con gli alunni per esempio obbligati a riporre lo smartphone all’ingresso in aula. In Italia però, dove tutti si pensano superiori alle regole ed alle leggi, non credo che questo possa essere il rimedio giusto.
Nella nostra realtà infatti credo che solo tramite opere di sensibilizzazione, e non di imposizione, che siano in grado di scuotere le coscienze delle persone si possa arrivare ad un cambiamento. Quali opere? Bè,se avessi questa risposta ora forse non sarei qui a scrivere ma mi chiamereste Premier…
E voi? Cosa ne pensate di questo tema particolarmente di attualità? Quali opere potrebbero essere utili alla causa? Pensate che solo tramite l’imposizione si potrebbe arrivare ad un cambiamento? Diteci la vostra qua sotto, sono curioso di sapere il vostro giudizio a riguardo!