Garmin ha sempre incentrato il proprio business sullo sport, o meglio sul tracciare in modo adeguato l’attività sportiva, lasciando ad Apple e Fitbit la parte di analisi dei dati più “secondari”.
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Chi di voi ha provato un prodotto Garmin saprà che l’analisi dei passi, battito e calorie bruciate è molto preciso. L’applicazione riesce a darci uno sguardo molto approfondito sull’attività appena conclusa e sull’andamento dei nostri allenamenti. Purtroppo però viene lasciato in disparte tutti quei dati se vogliamo secondari come il sonno che risultano spesso non attendibili o poco completi.
La situazione però sta cambiando, anche grazie al centro medico dell’Università del Kansas presto potremmo avere un focus più dettagliato sull’apnea del sonno – un disturbo che colpisce la respirazione durante il sonno -. Lavoreranno anche sulla fibrillazione atriale – un battito irregolare che può portare a serie complicazioni di salute. L’obiettivo dell’azienda è quello di inserire nei propri wearable sensori in grado di raccogliere questi dati per poi essere processari dalla companion app installata sul nostro smartphone. I werarable ad oggi a catalogo comunque riescono a restituire una durata della batteria sufficiente per effettuare un monitoraggio adeguato, ma non è escluso che arriveranno altri dispositivi con autonomie specifiche per tale scopo.