Negli ultimi anni uno dei problemi più gravi nel mondo degli smartphone è stato quello legato al Samsung Galaxy Note 7, dove le sue continue esplosioni a causa della batteria hanno costretto il colosso coreano a ritirare il prodotto dal mercato.
Adesso sembra ci sia un nuovo dispositivo a soffrire di un problema simile, ovvero il BQ Aquaris X5 Plus, smartphone dello scorso anno dell’azienda spagnola. A detta di molti possessori del device, la batteria del dispositivo si gonfierebbe causando la deformazione della scocca posteriore, rendendo inutilizzabile lo smartphone.
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Insomma l’entità del danno è notevole, ma non paragonabile a quanto visto su Note 7, dove le esplosioni non erano rare. In ogni caso una tale deformazione della batteria non va presa sotto gamba, per cui speriamo che BQ poni rimedio al più presto.
Aggiornamento 23/08: Ecco la risposta di BQ in merito al problema:
In BQ crediamo fermamente nella sicurezza dei nostri dispositivi. Per questo motivo, tutte le batterie che utilizziamo seguono un processo di omologazione in conformità alle direttive 2006/66/CE e 2013/56/UE, alla norma di sicurezza IEC 62133 e a quella di trasporto UN.38.3. Inoltre, sottoponiamo i dispositivi a un esauriente processo di validazione interno in cui vengono testati i cicli di carica e scarica, nonché i cicli di temperatura per assicurarne il perfetto funzionamento prima di entrare sul mercato.
Per comprendere il fenomeno noto come “batterie gonfie”, dobbiamo capire il funzionamento delle batterie al polimero di litio, quelle impiegate nei dispositivi BQ e nella stragrande maggioranza dei cellulari. Le batterie LiPo liberano gas all’interno di ogni processo di carica e scarica, in modo che, progressivamente e con ogni ciclo, presentino dimensioni leggermente più alte (tra il 2% e il 5% dall’inizio della loro vita fino ai 500 cicli). Questo è il normale comportamento di questo tipo di batterie.
Eccezionalmente, se le dimensioni di una cella superano quelle del relativo alloggiamento, si verifica un rigonfiamento. Sebbene sia un fenomeno vistoso, non costituisce alcun rischio (né esplosione né surriscaldamento) e l’unica precauzione che richiede è quella di non forare la cella, soprattutto in prossimità di una fonte di calore, poiché rilascerebbe gas infiammabili.
Le nostre batterie incorporano più meccanismi di sicurezza a diversi livelli. Il primo è quello meccanico: tutte dispongono di elementi di sicurezza fisici che impediscono sovratensioni, sovracorrenti, sovraccariche e sovra scariche. In seguito, lo standard JEITA (lo standard di riferimento per l’uso sicuro delle batterie LiPo) viene seguito per controllare i processi di carica, creando livelli differenti di corrente di carica in base alla temperatura di funzionamento della batteria in ogni momento.
Infine, i meccanismi di supervisione vengono incorporati nel software ad alto livello per monitorare la temperatura e la corrente di entrata e uscita nella cella e inducono l’arresto del dispositivo quando si verificano situazioni al di fuori delle condizioni di sicurezza, limitando la corrente di carica nonché quella che può utilizzare il dispositivo.
Inoltre, utilizziamo materiali conformi alla normativa UL 94 V-1 che soddisfano i requisiti di sicurezza della norma IEC 60950-1 nelle custodie meccaniche dei nostri dispositivi. Questi materiali impediscono la propagazione della fiamma nel caso ipotetico ed estremo della combustione nella cella, proteggendo l’integrità fisica dell’utente.
Allo stato attuale, il numero di dispositivi BQ che presentano il rigonfiamento della batteria rientra nei parametri normali e non esiste alcun caso notificato di combustione della cella della batteria.
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