Non tutti siamo dei Geeks fissati con gli smartphones, eppure ci sono dei dubbi che persistono anche nella mente dei più informati. Specialmente con tutte le fake-news che girano, farsi un’idea corretta è spesso più difficile di quanto si possa immaginare.
Tutto questo ha portato ad una disinformazione tale che molti di noi danno per certe delle cose sui nostri smartphones che invece sono sbagliate. Bene, questo articolo vuole essere “il machete per la giungla dei vostri pensieri” su tutte le leggende metropolitane che hanno ormai preso il sopravvento nel mondo della tecnologia.
E’ arrivato il momento di sfatare questi miti!
QHD e 2K sono la stessa cosa?
Quello sulla risoluzione degli schermi è uno degli errori più comuni, specialmente il significato del termine 2K. Molti pensano che il 2K corrisponda ad una risoluzione di 2560×1440 che è sbagliato, infatti il 2K corrisponde alla risoluzione di 2048×1080 e cioè un’estensione del full-HD (1920×1080).
Il che significa che uno schermo 2K ha addirittura il 40% di pixels in meno rispetto ad uno schermo in QHD. Spesso questo è un “errore” che viene fatto volontariamente per marketing, dato che le nostre televisioni sono ormai spesso in 4K e si comincia a parlare addirittura di 8K, questo viene usato come espediente per comparare gli schermi più piccoli dei nostri smartphones usando il termine (fallace) 2K.
La USB-C è più veloce della micro-USB?
Nella transizione da micro-USB a USB-C si è molto parlato della differenza e del conseguente aumento nella velocità del trasferimento dati. Ecco, è importante fare chiarezza sul fatto che non necessariamente le nuove porte USB-C siano più veloci delle vecchie.
La differenza sta nel protocollo utilizzato che può essere verosimilmente 2.0 (con una velocità di trasferimento di soli 480 Mbps) o 3.0 (con una velocità che arriva fino a 5000 Mbps). Per fare due esempi, la serie 7 di Oneplus è stata la prima a fornire delle porte USB-C con protocollo veloce 3.1 mentre Asus Zenphone 6 e Realme X2 Pro pur avendo la porta USB-C hanno un protocollo di trasferimento dati inferiore 2.0.
Avere più RAM significa avere un dispositivo più veloce?
Con il passare degli anni la memoria RAM dei dispositivi è cresciuta sempre di più, nel 2020 avere 6GB di RAM è quasi il minimo indispensabile, ma guardandoci indietro di soli 3 anni questa era una cifra davvero alta. Oggi sul mercato sono presenti dei dispositivi che arrivano ad avere addirittura 16GB di RAM, ma se gli smartphones di oggi sono diventati così veloci non è solamente per l’aumento della RAM. Senza sconfinare in numeri e tecnicismi il discorso è molto semplice, ovvero che comprare un telefono con un processore più potente è più importante che considerarne l’ammontare della RAM, che va invece a stabilirne la “larghezza” (in termini di processi che riesce a compiere contemporaneamente ad esempio).
I telefoni con “IP RATING” sono impermeabili?
Per prima cosa chiariamo cosa significa “IP RATING”.
Con questa dicitura si intende Ingress protection rating ovvero quella certificazione che attesta la resistenza di un dato dispositivo all’ingresso di solidi o liquidi al suo interno. Si parla infatti di resistenza, quindi non significa che il dispositivo sia a prova di polvere, impermeabile o addirittura subacqueo.
Queste certificazioni sono composte da 2 numeri, il primo si riferisce alla resistenza alla polvere mentre il secondo alla resistenza ai liquidi. Ad esempio un telefono IP68 (Iphone 11 per nominarne uno) può resistere 30 minuti immerso in acqua fino ad una profondità massima di 1.5 metri, mentre un IP54 può solo resistere agli schizzi d’acqua.
Bisogna quindi fare attenzione perché questi dati non devono incoraggiare l’utente ad immergere il telefono o a maltrattarlo nella sabbia, anche perché i test sono fatti in acqua dolce, quindi non considerando che l’acqua salata del mare, ad esempio potrebbe ossidarne i circuiti rendendo il dispositivo inutilizzabile.
Più megapixel significa foto migliori?
Anche questo è un luogo comune molto diffuso, si pensa che più megapixel si hanno a disposizione e meglio verranno le foto, ma non si può essere più lontani dalla realtà.
Molto probabilmente non siete familiari con la parola pixel binning ma per farla breve è la capacità di un dispositivo di scattare foto nella sua risoluzione massima, per fare questo si deve andare in una modalità dedicata del telefono che molti dispositivi non hanno nemmeno. C’è una semplice ragione dietro questa scelta, ovvero l’utilizzo di tecniche quali l’HDR, la modalità notte e la modalità ritratto ad esempio, quando vengono usate con la modalità “BINNED” catturano un sacco di dati e di informazioni sulla luce. Spesso è molto più efficace quindi l’utilizzo di una risoluzione più bassa piuttosto che la risoluzione massima.
Quindi la grafica dei megapixel stampata sul retro dei nostri smartphone è più una trovata pubblicitaria dato che molto probabilmente faranno solo scatti da 12MP.