Racing Game. Ecco di cosa parleremo oggi. Non il classico videogioco, dedito alle corse su macchina – moto o Kart visto e rivisto, ma un qualcosa di diverso ed innovativo in grado di farti innamorare del suo mondo al primo approccio. Proprio questo è accaduto in quel di Milano nel corso del MGW 2016, quando mi avvicinai all’area indie e provai il “fruttuoso racing game” degli 3DClouds (per tutti i dettagli del gioco vi invito a fare un salto sull’editoriale della MGW 2016). Dall’incontro della MGW ad oggi i lavori sono andati avanti, rendendo il gioco ancora più strutturato e concreto come mostra il gameplay pubblicato dallo studio di sviluppo sul proprio canale Youtube in questi giorni:
[su_youtube url=”https://youtu.be/-9ErdcHXZEw” width=”1020″ height=”780″]Il numero di robot impiegati da Amazon nei propri magazzini è in crescita esponenziale, ed è ormai arrivato oltre quota 45mila. A rivelarlo è il Seattle Times, secondo cui c’è stata in un anno una crescita di oltre il 50%.[/su_youtube]
Un gioco dunque andrenalinico e colorato, che renderà le votre sessioni di gioco uniche e interessanti a partire dalla seconda metà di settembre. Cosa si nasconde dietro lo sviluppo di un videogioco di questo genere? Cosa pensa della situazione gaming uno sviluppatore? L’ho chiesto a Francesco Bruschi, sviluppatore indie della 3DClouds, che si è messo a nostra disposizione per soddisfare le nostra curiosità rispondendo a qualche domanda.
Come è nata la tua passione? Come vedi il tuo futuro da sviluppatore?
“La mia passione e’ nata da una radice profondissima, che in qualche modo e’ sbocciata nel isolare quel momento di gioco dove ero solo io. Il mio futuro da sviluppatore e’ continuare a portare avanti strutture collaudate con le nuove tecnologie. Senza fare gli sboroni, ma se una cosa funziona, e funziona bene, bisogna portarla avanti e farla crescere.”
Quali videogiochi tripla A avresti voluto realizzare? Indie preferito?
“World of Warcraft, Half-Life , Battlefield , Battlefront e chissa’ quanti altri. Rocket League , quando ancora era considerato Indie, trovando molto piacevole anche Abzu nonostante la sua brevità. Non vedo l’ora di provare Astroneer.”
Se dovresti descrivere “All-Star Fruit Racing” ad una persona che non si è mai avvicinata al mondo del gaming: cosa diresti per convincerlo a provarlo?
“E’ Divertente! Quello che ancora non si percepisce e’ la quantità di abilità e di strategie che puo’ comunicare questo gioco. Inoltre e’ davvero interessante come le dinamiche possono mutare durante una partita, portando ad un divertimento diverso per ogni partita! Dopo questa prima fase sono convinto che il videogiocatore rimarrà affascinato dal mondo di All-Star Fruit Racing.”
Guardando i trailer e giocandolo a Milano il primo termine di paragone che mi è venuto in mente è quello di Nintendo e di Mario Kart: e cosi?
“In parte si associa ogni kart game al primo creatore. Molto o quasi tutto e’ completamente diverso da Mario Kart. I Mondi , le Abilità, le personalizzazioni dei veicoli, le dinamiche di gara, e’ tutto diverso.“
Come è nata l’idea di un ambientazione fruttuosa?
“Davanti ad una macchinetta del caffe’ . Volevo un brand che tutti conoscessero. Quindi ho pensato: cosa tutti conoscono? la frutta! I colori, le trasformazioni che offrono sono moltissime, e quindi ho detto lavoriamo su questo. E poi ognuno di noi ama di piu’ la frutta della verdura.”
Quale aspetto cambieresti e quale no al gioco?
“Ancora nulla, il nostro gioco ogni giorno che passa e’ sempre piu’ bello. Da sviluppatore spero che ogni utente scopra l’amore e la passione che abbiamo messo in questo titolo.“
Il prossimo progetto? Approderete anche su altre piattaforme che non sia il PC?
“All-Star Fruit Racing uscira’ su tutte le piattaforme. Spero tutte insieme nella stessa data, incrociamo le dita. Prossimo Progetto ? Shhh….lo scoprirete.“
Quanto tempo scorre dalla nascita dell’idea alla realizzazione? Tutti i progetti giungono all’obiettivo della pubblicazione?
“Un progetto con un team forte , rodato , preparato anche 3 mesi. Parlo anche di un titolo tripla A. Per un titolo con un team in crescita, da 6 mesi a 2 anni. Dipende dallo sviluppo tecnologico e features che si vogliono costruire.
Diciamo ci sono tanti tempi che l’utente non percepisce alla fine. Tempi come il prototipare i vari moduli e settare tutto per console.
Si. Bisogna delineare un budget e stare dentro quello, se no a nessuno piace buttare via i soldi . Magari si prova a buttare qualche idea su piu’ Pitch ma si investe tempo solo se davvero si vuole sviluppare quella idea. Nel nostro caso di solito su 25 idee ne partono 4!”
Quali sono le difficoltà che un team di sviluppo indipendente trova sul proprio cammino nel portare avanti i propri progetti?
“Formare persone che non hanno mai affrontato un progetto del genere, che comunque va incontro alle esigenze della clientela mondiale. Le strutture e tecnologie sono migliorate moltissimo, ma il personale va formato e per questo ci vuole tempo, dedizione e passione.”
Non avere un editore che impone determinati limiti di tempo e creatività è un vantaggio o uno svantaggio dal punto di vista economico e creativo?
“Ho lavorato sia su progetti con “editore” che non. Diciamo che l’editore di solito rientra con del budget e quindi se molte idee sono a volte discutibili bisogna accettarle. Invece con uno senza si e’ piu’ esposti ma si puo’ andare piu’ a braccio. Sono 2 episodi che comunque affronto sempre volentieri.”
Non voglio farti i conti in tasca, ma molti si chiedono se si riesce a vivere con il solo ricavato delle vendite?
“Ci sono tanti costi, come penso in tutti i paesi del mondo anche in questo mestiere. Costa iniziare un progetto. Bisogna partire dandosi un piano da 3 anni in su di sviluppo e, con le scelte dovute e non con i capricci sono sicuro che qualsiasi talento sia in grado di raccogliere i propri frutti. E’ un processo lungo , ma non cambierei questo mestiere con nulla.”
Cos’è un indie dal tuo punto di vista? Quali sono gli ingredienti per farlo notare e decollare?
“Indie e’ un gruppo di persone che deve costruire qualche cosa che spacca soprattutto all primo prodotto. Credo poco nei progetti ONESHOT. Saltando le burocrazie varie ed andando dritto per la proprio strada senza troppo litigare, ma lavorare con l’amore giusto in quello che si sta facendo. Poi ci vuole un po’ di fortuna , ed ascoltare i consigli di chi veramente ti vuole aiutare, e non chi cerca di fregarti. Un ingrediente? Bello o brutto bisogna che le persone ne parlino sempre. Quindi bisogna sempre rompere le scatole a tutti”
Cosa pensi della scena indie italiana? Credi che l’Italia offra le stesse opportunità che lo scenario internazionale dona a chi vuole buttare le basi per una carriera da sviluppatore?
“Tutto e’ cambiato cosi’ velocemente. La scorsa estate sono stato all’E3 di Los Angeles. Il reparto INDIE era interessante e ben organizzato. Poi questo anno ho partecipato alla MGW2016 e’ sono rimasto sorpreso di quanto lavoro sia stato fatto da AESVI, che ringrazio moltissimo. Questo gruppo di persone vuole piu’ che mai con tantissime iniziative migliorare il panorama italiano e che possa crescere il piu’ possibile. Alla fiera lo spazio per gli INDIE era centrale, bellissimo e molto ben organizzato. Credo anche di piu’ di quello dell’E3, quindi che dire. Viva l’Italia e W i Videogiochi in ITALIA.
Per sviluppare sono sicuro ci siano piu’ opportunita’ come quantita’ di societa’ all’estero, ma non e’ diverso il modo di lavorare in Italia. Il sistema e le aziende si muovono nella stessa maniera. Nel bene e nel male.”
L’Italia è una nazione che consuma soltanto i videogiochi o li produce anche con una degna nota nel palinsesto internazionale?
“Entrambi. Molte piccole o medie realta’ stanno crescendo di pari passo e molti titoli italiani stanno diventando famosi all’estero. Non c’e’ ancora quel MADE IN ITALY che fa del nostro paese un valore aggiunto in tutto il mondo, ma spero anche questo possa accadere presto.”
Cosa pensi dei videogiochi in generale? I gamer, in particolar modo le gamer-girl, vengono visti ancora come una sorta di specie aliena?
“No assolutamente. Le culture cambiano proprio grazie ai giovani in bene e in male. Sono contento che le ragazze si siano abituate a capire che giocare non e’ perdita di tempo, ma una vera esperienza. E’ bello che molti ne parlano e che condividano le proprie idee. Noi siamo l’Italia, e come tale soprattutto i giovani sono sempre stati un po’ catalogati in scompartimenti per la nostra cultura popolare. Oggi questo e’ meno presente e questa relazione per fortuna si delinea solo tra maschi e femmine.”
Quali sono i fattori che stanno rovinando il mercato videoludico?
“Progetti ripetitivi, senza nessuna vera innovazione. Progetti traballanti in fase d’uscita.”
Cosa dovrebbe spingere un videogiocatore a comprare un indie piuttosto che un AAA?
“Poco. Oramai grazie alle tecnologie, i videogiochi sono abbastanza simili. Si sicuramente la grande azienda ancora puo’ permettersi grandi sviluppi su ogni fronte ma gli INDIE non esisterebbero se le tecnologie non fossero cosi’ migliorate. La differenza la fa ancora la carta con cui e’ confezionato il regalo. Pubblicita’, Trailer, Marketing, Comunicazione. E’ questa la grande differenza.
Gli Indie vivono di forum , appassionati e passaparola. Gli altri di tutto il resto oltre a questo.”
Per quale piattaforma non svilupperesti mai e perchè?
“Nintendo. Mai dire mai, ma purtroppo non ho avuto buoni feedback negli anni, ma spero di sbagliarmi, e perche’ no , magari con la SWITCH qualche cosa cambierà. Il Mobile anche faccio fatica a digerirlo.”
Che significato dai al termine “videogioco”?
“Esperienza Rilassante.”
Ringraziamo Francesco per essersi messo a nostra disposizione e vi invitiamo a fare un salto sul loro sito per conoscere tutte le novità e le potenzialità di questo progetto.
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