Get Even | Recensione | PS4

Intro

Get Even è un thriller psicologico che confonde il classico confine tra film e videogioco, offrendo una perfetta combinazione tra la frenetica tensione degli FPS e l’intimità opprimente di una complessa indagine personale. Evitando i classici luoghi comuni e gli avvincenti scenari che spopolano tra gli FPS, Get Even darà vita ad una trama alternativa, matura ed intrigante, arricchita da alcuni elementi tipici dei migliori sparatutto.

Thriller sospeso tra sogno e realtà

La trama di Get Even è il fulcro di tutto il progetto creativo firmato Farm51 e viene raccontata tramite delle curiose scelte artistiche legate ai ricordi del protagonista (e non solo) tale Cole Black, che si ritrova nelle vicinanze di quello che sembra essere un manicomio abbandonato. Poco dopo veniamo contattati da un individuo che si fa chiamare Red, che ci invita ad indossare un dispositivo di sua invenzione, il Pandora, uno speciale visore di realtà aumentata che permette a chi lo indossa di rivivere determinati ricordi. Da qui parte il gioco vero e proprio che ci trasporta tra momenti lenti di esplorazione, sparatorie a volte noiose, e sequenze di platforming non originalissime ma comunque apprezzabili. Il titolo è completabile in circa 10 ore, e presenta alcuni momenti di tensione equilibrati a colpi di scena dietro l’angolo.

Concept originali legati al gameplay

Get Even è un progetto che nel corso degli anni ha dato vita a non poche aspettative, accompagnandosi prima a concept originali legati al gameplay e poi al nuovo avvento della VR (Visore di realtà virtuale). Inizialmente c’era la volontà di ibridare singleplayer e multiplayer con i giocatori che non avrebbero mai saputo se stessero affrontando l’IA o degli avversari umani e poi “solo” il supporto VR. Il tutto ovviamente senza scendere troppo nei dettagli e con l’unica certezza del genere di appartenenza: un fps con sfumature horror ed elementi esplorativi. Questa produzione di Farm51 (software house polacca) è uno shooter in prima persona solo sulla carta, dato che gli sviluppatori hanno scelto di intraprendere una strada molto diversa, di evidente rottura rispetto alle prime informazioni condivise nell’ormai lontano 2013. Ad esempio i nemici controllati da una IA presentano una vista a dir poco formidabile e sono in grado di spararci e ucciderci in pochi colpi anche da molto lontano. L’approccio consigliato quindi, è il furtivo (o meglio chiamasi modalità stealth), grazie ad alcuni strumenti forniti al giocatore (ad esempio la pistola angolare che ci permette di sparare da dietro gli angoli, o la possibilità di creare o distruggere delle parti dello scenario grazie al potere dei nostri ricordi) che in realtà non aiutano molto a rendere più divertenti queste fasi che restano le più noiose di tutto il videogame. Ci si domanderà molto spesso, infatti quando queste sequenze finiranno, per poter tornare ad esplorare i corridoi bui e le sale del manicomio abbandonato dove si svolge il “presente” della storia. Scelta degna di nota quella di fornire al giocatore la possibilità di compiere delle scelte morali che, come di consueto avranno determinate conseguenze sulla trama e sul rapporto con i personaggi secondari.

Commento finale

Get Even è un videogioco che difficilmente definiremmo brutto o bello, proprio come è complesso capire il genere o lo stile della narrativa, è complesso esprimere un giudizio finale. Quello che possiamo dire però è che non è un videogame proprio perfetto in tutto e per tutto perchè presenta numerosissimi problemi al legati al gameplay e alla lentezza di alcuni momenti della storia. Ma in generale Get Even si fa giocare in linea di massima bene, per tutte le sue 10 ore, lasciando un buon ricordo in fin dei conti, che è quello che rimane una volta premuto il tasto ESC per l’ultima volta. Vi ricordiamo infine che Get Even lo trovate già sugli scaffali pronto per essere videogiocato perchè è uscito per Playstation 4, Xbox One e PC lo scorso 23 giugno.

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